13/04/2022
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Il libro di Francesco Casolo racconta la saga epica e allo stesso intima di una delle famiglie biellesi piĂą celebri al mondo. Una narrazione avvincente, in cui le donne si ritagliano un ruolo di primo piano

Birra. Tutto parte proprio dalla bevanda le cui origini risalirebbero a 5000 anni fa, quando i Babilonesi scoprirono che dalla fermentazione dei cereali si poteva produrre una primitiva soluzione alcolica. Migliaia di anni dopo, Giuseppe Menabrea, walser di Gressoney che come i suoi antenati valicava i ghiacciai per commerciale lana e prodotti artigianali in Svizzera, decise di intraprendere un nuovo percorso che facesse proprio del mix di malto e luppolo il suo faro. A raccontare la sua sfida, quella del figlio Carlo e, soprattutto, della nipote Eugenia – o come dicevano tutti Genia – è lo scrittore Francesco Casolo nel libro “La salita dei giganti – la saga dei Menabrea” (ed. Feltrinelli).

Il testo ha simbolicamente inizio il 29 agosto 1882 quando, Carlo Memabrea, organizza un suntuoso ricevimento per festeggiare l’acquisto in un castello poco lontano da Biella. Un evento che nessuno in città vorrebbe perdere, ma che pochi conoscono cosa davvero nasconde: la celebrazione di quella scommessa iniziata da Giuseppe 30 anni prima. A raccogliere il testimone del nonno è però Genia che, per farsi largo, deve lottare contro mille pregiudizi. E’ lei la prescelta per portare avanti la tradizione di famiglia, nonostante nessuno voglia fare affari con lei, perché donna. Grazie all’aiuto della madre Eugenia diventerà un Gigante traghettando l’azienda ben oltre le montagne. Una storia di determinazione e coraggio al femminile, di cui Biella è spettatrice e co-protagonista.

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