“Il mondo della filatura, negli ultimi 5 anni è sicuramente cresciuto in qualità, innovazione e servizio. Sempre più spazio è stato riservato al tema della sostenibilità che non solo ha coinvolto lo sviluppo dei filati, ma ha anche determinato un vero e proprio cambiamento di strategia a tutti i livelli. In parallelo l’apertura ai mercati internazionali ha contribuito a creare importanti opportunità di crescita, accompagnate dalla necessità di una maggiore e più precisa comunicazione dei prodotti e dei processi. In questa panoramica innegabile è la presenza di alcune difficoltà oggettive, soprattutto legate alla necessità di anticipare e comprendere l’evoluzione dei consumi delle nuove generazioni, di aprirsi all’e-commerce e di abbracciare non solo la sostenibilità, ma anche l’economia circolare, indirizzi sempre più richiesti dai brand e dai consumatori”.
A disegnare l’universo-filatura dell’ultimo quinquennio è Ornella Bignami che, dal 2009, ha avuto un ruolo di primo piano in “Feel The Yarn”, progetto nato dalla volontà dei filatori con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani creativi attraverso il costante contatto con le scuole.
Un osservatorio privilegiato il suo che, permettendole di toccare con mano sia le esigenze delle imprese che le aspettative dei designer di domani, le consente di avere una visione sul futuro del settore.
Nel momento attuale è difficile fare previsioni, ma ritengo che si possa guardare al futuro con positività, lavorando sul consolidamento del DNA di ogni singola azienda, progettando collezioni strutturate per offrire non solo qualità certa e sostenibile, ma anche durata nel tempo, e un servizio impeccabile.
Da non sottovalutare è anche l’utilizzo di materie rigenerate e la proposta a ogni stagione di poche ma significative integrazioni creative. Il colore nelle sue molteplici versioni giocherà sicuramente un ruolo importante.
Le strade che si aprono sono davvero molteplici per gli studenti che dovranno costruirsi una carriera. Per essere competitivi sul mercato non basterà più solo conoscere approfonditamente il proprio settore, ma anche prestarsi a contaminazioni con altri…
Il designer del futuro è una figura multi-tasking. Sarà forse più un art director capace di lavorare in team con le funzioni tecnico-commerciali dell’azienda. Sicuramente l’intuito personale avrà un ruolo importante, purchè supportato da un’attenta osservazione dell’evoluzione dei consumi e dall’analisi della loro aderenza al DNA impresa. Sarà inoltre necessario che abbia una apertura verso le nuove tecnologie di progettazione 3D, di produzione della maglia, di nuove soluzioni di tintura e di decoro, di grande attenzione al confort e alla funzionalità.
In questa direzione “Feel The Yarn” può essere un valida piattaforma per sperimentarsi, ma anche per dimostrare le proprie competenze. Che valore ha una iniziativa come questa ai fini della professionalità degli studenti?
Prima di questo progetto la maglieria non era ancora stata inserita nei programmi della maggior parte degli istituti di moda. “Feel The Yarn” ha permesso di introdurre la conoscenza più approfondita dei filati, che già hanno una loro creatività da interpretare e arricchire con le idee degli studenti. Proprio a loro, nel tempo, sono stati dati molti elementi per conoscere da vicino, attraverso visite alle aziende, la disponibilità dei filati e le tendenze, comprendendo come il settore fosse in continua evoluzione. In parallelo è stata data loro anche la possibilità di esprimere le loro idee in un momento fondamentale della loro formazione.
“Feel The Yarn” ha anche dato alle aziende la chance di venire a contatto con linfa vitale nuova, preziosa per rinnovarsi o per dare spazio a nuove progettualità. Un elemento di valore non trascurabile che ha convinto la nostra azienda a prendervi parte ormai da 4 edizioni.
Conosco la filatura Tollegno 1900 da molti anni e ne ho seguito con interesse l’evoluzione verso filati per maglieria sempre più performanti e contemporanei, anticipando l’impegno verso materiali e processi sostenibili. Che sia tra le realtà di settore che hanno sposato la filosofia di “Feel The Yarn” è indice del suo interesse concreto a sostenere il filo di continuità tr
Lei conosce molto da vicino il mondo della scuola, occupandosi per “Feel The Yarn” di coinvolgere e mantenere la relazione con le più prestigiose università e accademie del fashion internazionali, curando la selezione dei designer e seguendoli nella realizzazione dei loro progetti. Come ha impattato l’emergenza Covid-19 anche su questo contesto?
Il Covid-19 ha costretto CPF-Consorzio Promozione Filati (organizzatore dell’iniziativa formativo-creativa insieme a Pitti Immagine) ad accelerare soluzioni innovative per portare a termine l’edizione 2020, in fase già molto avanzata al momento del primo lockdown. Il concorso è stato fatto migrare, con successo, dalle passerelle fiorentine al mondo social aprendosi cosi a nuove possibili prospettive di sviluppo.