Innovazione e sostenibilità: sono questi i due pilastri su cui fondare lo sviluppo di un’azienda che voglia approcciare il futuro con consapevolezza e responsabilità. Ne è sicuro Loreto Di Rienzo, Technology Ambassador di Dyloan, azienda manifatturiera fondata nel 1987 che fa di D-house uno dei suoi progetti più strutturati e ambiziosi. “Laboratorio urbano di ricerca e sviluppo, di innovazione e sostenibilità – spiega Di Rienzo – D-house è il contenitore e la naturale evoluzione di tutte le esperienze acquisite in trent’anni di attività e traguardi raggiunti. E’ un luogo unico, che combina diverse soluzioni tecnologiche all’avanguardia con l’obiettivo di diffonderle e, parallelamente, di creare sinergie tra le aziende che sposano il progetto Dyloan”. Tra le imprese che credono nel know how di questa realtà che, nata con l’intento di trovare e proporre nuove idee e soluzioni avanguardistiche per il mondo della moda oggi si occupa di ricerca, progettazione e produzione nei campi della fashion, dell’arte e del design, c’è anche la Filatura di Tollegno. “Con Filatura di Tollegno la collaborazione è di lungo corso risalendo a molti anni a e, recentemente, si è rinverdita grazie ad un progetto a quattro mani con The Woolmark Company”.
A legare le due aziende è una comune visione in termini di progettualità, filosofia e modo di lavorare. Lo ricordano anche da Filatura di Tollegno: “sostenibilità, ricerca, innovazione sono principi su cui fondiamo anche il nostro futuro e in cui investiamo in maniera continuativa”.
Da queste premesse possono nascere interessati sviluppi, in cui un ruolo chiave lo gioca proprio la ricerca, elemento determinante per lo sviluppo della filiera legata al mondo della filatura e del tessile. Ne è convinto anche Di Rienzo: “Il valore della ricerca è innegabile soprattutto se si vogliono ottenere prodotti nuovi e performanti. Il mercato, post pandemia, richiede proprio soluzioni di questo tipo, oltre che di lunga durata e sostenibili”.
Quali sono i progetti su cui state lavorando in termini di ricerca?
Stiamo lavorando su molteplici progetti, ma quelli più interessanti ed impellenti hanno proprio a che vedere con la sostenibilità e con l’utilizzo del mono-materiale. Si tratta di due ambiti che, in una visione di medio-lungo periodo, avranno ulteriori estensioni e su cui lo studio deve essere sempre concentrato.
La sostenibilità, che sino a qualche anno fa era considerata un plus di poche aziende, oggi è un atout…
La sostenibilità non è più una eccezionalità, un investimento per pochi, ma è una necessità concreta di ogni ambito, settore, realtà. Ogni risorsa deve essere intesa come unica e preziosa e quindi non solo preservata, ma anche utilizzata in maniera”economica”. Proprio per questo bisogna dare spazio a iniziative e studi che vadano in questa direzione: noi, a esempio, stiamo lavorando proprio sui mono-materiali e sul riciclo.
D-refashion Lab ne è un chiaro esempio. Di cosa si tratta?
E’ un progetto di upcycling che si propone di dare una seconda vita ai capi invenduti attraverso rivisitazioni ottenute grazie all’impiego delle tecnologie più avanzate di D-House. Un’iniziativa che si rivolge a tutte quelle aziende che vogliono valorizzare i loro stock di tessuti, capi finiti ed accessori.
Questa idea, nata da lei e da Stefano Miceli, professore di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università Cà Foscari di Venezia e, con il ruolo di sustainability advisor di Marina Spadafora, chiede alle aziende di adottare un cambio di prospettiva…
Indubbiamente. I brand e le aziende che sposano questo progetto devono considerarlo come uno strumento concreto per risolvere un problema: la personalizzazione di un accessorio o di un capo non segue le stesse regole di moltiplicazione dei prezzi che sono usualmente adottate. Con le nostre tecnologie e avvalendoci della collaborazione di fashion ed interior designer, ma anche di creativi ed artisti oriamo 4 pacchetti i personalizzazione che sono le guide da cui partire per arrivare a definire quanto concretamente necessita il brand.