Lorenzo Incagli ha le idee piuttosto chiare quando si tratta di filati. Sarà per la sua esperienza di lungo corso proprio nel settore – è responsabile del coordinamento delle attività in Italia e all’estero di Feel the Yarn, brand sotto la cui egida rientrano le iniziative del Consorzio Promozione Filati – CPF – per la sua sensibilità nel captare le evoluzioni del mercato o per la visione personale, frutto dello stretto contatto con alcuni dei principali player del mercato. Non stupisce quindi che, parlando del futuro del comparto, il discorso cada subito sulla digitalizzazione, interprete di quella “nuova normalità” con cui le aziende si sono trovate a fare i conti durante l’esplosione della pandemia.
Il Covid-19 ha infatti modificato profondamente non solo gli approcci individuali, scanditi dal distanziamento, ma anche il modo di lavorare e il business: lo smart working è entrato a far parte del dizionario degli italiani e le piattaforme web sono diventate la nuova piazza dove condividere pensieri e mostrare prodotti. Se il 2020 ha quindi creato le basi di nuovi paradigmi e il 2021 sembra proseguire sulla stessa traccia, lecito chiedersi cosa debba aspettarsi il mondo dei filati nel medio e lungo periodo.
Filature e digitalizzazione: quale lo stato dell’ arte e quali le prospettive per il futuro?
Una premessa è dovuta: nel settore dei filati il digitale, complice anche le limitazioni imposte dal Covid-19, è servito e sta servendo tutt’ora per far conoscere le caratteristiche dei prodotti. Si sta attraversando una fase che gli addetti ai lavori definiscono di Infocommerce, la cui evoluzione sarà il vero e proprio e-commerce. Un tool a cui si approderà se, in futuro, continueranno a svilupparsi portali collettivi e marketplace affidabili ed efficienti dove, oltre a cercare informazioni, si potranno anche fare acquisti.
Quali i reali benefici della digitalizzazione per un’ azienda di questo settore?
E’ indubbio che la digitalizzazione sia una sfida e, contemporaneamente, un fattore di cambiamento per le PMI che possono trarne diversi benefici come, ad esempio, il recupero di efficienza per alcuni processi non produttivi. Il plus più rilevante, però, riguarda il progressivo inserimento nel mondo del lavoro di persone più giovani, naturalmente portate all’innovazione, a linguaggi più interattivi e a nuove forme di comunicazione.
La pandemia in questo è stata maestra perché ha portato gioco forza a dover trovare nuovi canali per poter esprimersi. Le fiere lo hanno subito compreso trasferendosi su piattaforme digitali che, oltre a dare visibilità, accorciassero anche le distanze con buyer e clienti. Come Feel the Yarn (FTY ) vi siete mossi in questa direzione ma con un’altra finalità…
Il nostro progetto non è una vera e propria fiera virtuale, quanto piuttosto una piattaforma informativa sul mondo dei filati italiani. All’inizio è stato complesso far capire ai nostri soci il suo valore, complice sia il momento molto difficile e confusionario in cui è stato proposto, sia il contemporaneo sviluppo di molte altre proposte digitali, quasi tutti però nate senza una vera prospettiva di lungo termine. La serietà del nostro operare e la visione che siamo stati in grado di creare hanno contribuito a generare maggiore consapevolezza nei nostri referenti, che hanno potuto toccare con mano la consistenza e le opportunità del nostro progetto. Progetto che, collettivo e dinamico, richiede costanti novità e un modus operandi step by step teso a coinvolgere un numero crescente di aziende. Oggi possiamo dire che chi lo ha scelto lo “vive” sempre maggiormente, mostrando interesse per tutte le anime che lo compongono.
Rispetto al 2020 avete apportato qualche novità per il 2021?
La nostra piattaforma si basa su agilità nella consultazione, intuitività nella gestione e immediatezza nei percorsi di ricerca e si propone di mettere le aziende in primo piano. Per raggiungere questi obiettivi abbiamo rivisto la home page mettendo in evidenza 3 porte di ingresso ad altrettanti mondi: “tendenza stagionale” , “FTY’S Choice” – il marketplace dei filati italiani filtrabili usando le più ricercate key words dagli users – e “Italian Spinners”, spazio virtuale dove i migliori produttori di filati italiani possono inserire le loro collezioni. Attraverso un accesso diretto dalla home page è dunque possibile atterrare direttamente negli showroom di ogni azienda, visionandone i diversi prodotti stagionali solo con un clic. Ulteriore revisione riguarda il settore delle news, sempre più aggiornate e semplici da consultare, e l’immagine di copertina che alla fissità preferisce l’intercambiabilità attraverso sostituzioni periodiche sempre aderenti ai trend della stagione.
Il digital ha rappresentato una svolta importante per permettere all’ ’11esima edizione di Feel the yarn – the Contest di essere portata a termine con successo. Bilancio dell’esperienza?
Il contest in digitale è stata un’esperienza bellissima. Partito da zero su un gruppo FB appositamente creato per lo scopo, ha catalizzato l’interesse di più di 5.000 persone che hanno ammirato e votato on-line le creazioni dei partecipanti. Ci ha insegnato che i giovani amano il digitale che può essere vincente per svolgere un concorso come il nostro, purchè venga impiegato nelle modalità corrette.
Proprio questa esperienza positiva è stata la premessa del nuovo contest rivolto però agli stilisti. Il digital anche in questo caso è in primo piano. Come?
Il nuovo format coinvolge 27 giovani stilisti di età compresa tra i 22 e i 35 anni chiamati a realizzare 2 outfits in maglia utilizzando i filati forniti dalle 27 aziende associate a CPF che hanno sposato l’iniziativa. Iniziativa che integra una sessione digital sul fortunato gruppo Facebook “FTY for New Designers” ad una live. I partecipanti sottoporranno in prima battuta le loro creazioni alla votazione dei suoi componenti che decreteranno i 5 finalisti. I designer saranno quindi chiamati a confrontarsi in presenza durante l’auspicabile edizione FW 22/23 di Pitti Immagine Filati di giugno dove, a giudicare il loro operato, sarà un’apposita giuria internazionale nominata nel frattempo. Al vincitore assoluto, premiato con una cerimonia il secondo giorno di fiera, sarà data la possibilità di realizzare una propria capsule collection di 12 outfit per la stagione SS22, interamente Made in Italy e prevalentemente in maglia.
Il digital va di pari passo con una attività in presenza: il futuro della comunicazione, ma anche della vendita, per il settore filati va nella direzione di un mix live&digital?
Penso che, come avviene per il B2C, on-line e off-line tenderanno a compenetrarsi. Aumenterà la tendenza ad acquisire informazioni sulla maglieria e sul mondo dei filati sul web e in parallelo ci sarà un uso crescente delle relazioni digitali anche per ordini relativi almeno al campionario. Nello stesso tempo però, fiere ed eventi off-line, anche se organizzati con formule più moderne ed efficienti, avranno sempre importanza per favorire la relazione tra cliente e fornitore, specie in fase di ricerca e studio delle tendenze e delle nuove collezioni, sia di filati che di prodotto finito.