14/09/2021
Filati, T Network
Anche i trattamenti applicati ai tessuti per nobilitarli non prescindono dallo sviluppo di tecniche e metodi di ultima generazione per ottenere l’eccellenza

Si scrive finissaggio ma si legge “insieme delle operazioni che permettono la nobilitazione dei tessuti”, una delle fasi più emblematiche della trasformazione dei tessuti che, grazie ad una serie di trattamenti specifici funzionali a migliorarne l’aspetto, la mano e le proprietà, passano dalla versione grezza a  quella semilavorata oppure finita e pronta per la confezione di manufatti.

Effettuato sia sui tessuti realizzati con la stampa digitale che su quelli stampati in modo tradizionale, il finissaggio moderno, oltre ad avvalersi di mezzi fisici come calore, pressione, frizione, tensione ed umidità e vapore, utilizza anche delle soluzioni chimiche appositamente studiate per raggiungere lo scopo desiderato.

Ma, concretamente, perché queste operazioni sono importanti?

Perché agendo sulla struttura dei tessuti apportano loro delle migliorie che spaziano dallo sviluppo del “finish” nelle sue componenti fondamentali (la mano e l’aspetto) al potenziamento di quelle proprietà che garantiscono un comportamento ottimale in confezione e durante l’uso, sino al miglioramento delle qualità strutturali o dell’estetica in risposta alle esigenze della moda.

Sulla base della natura fibrosa del tessuto e del suo impiego finale spazio dunque alla calandratura per ottenere un effetto lucido, liscio e compatto, alla lucidatura – tipologia di calandratura che sfrutta l’azione del calore, dell’attrito e eventualmente di ausiliari lucidanti – alla goffratura, per avere l’incisione di un disegno sul tessuto, alla smerigliatura e spazzolatura per dare al tessuto una mano più morbida e un maggiore effetto isolante che raggiunge l’apice con la garzatura. I trattamenti sono però anche altri e parlano la lingua della cimatura e del bruciapelo, che consistono rispettivamente nel tagliare il pelo superficiale del tessuto o nell’eliminarlo con una fiamma, della follatura, che permette di modificare la struttura, il compattamento e il rientro della lana, della mercerizzazione – trattamento riservato al cotone di cui si ottimizza l’idrofilia così da risparmiare il colorante durante il processo di tintura e da potenziare la lucentezza, la mano e altre proprietà – e della sanforizzazione per prevenire l’alterazione dimensionale dell’ordito e della trama. Per eliminare invece l’effetto lucido del tessuto, regolarizzarne la superficie e stabilizzarne le dimensioni la risposta è il decatissaggio.

Si capisce dunque come il finissaggio sia una vera arte che negli anni ha subito rilevanti evoluzioni. Lo confermano Dino Masso e Marco Bardelle di Tintoria fissaggio 2000, azienda specializzata in tintura in pezza, finissaggio laniero e cotoniero, accoppiatura a poliuretano reattivo e stampa digitale.

“Negli ultimi 10 anni – spiegano – il mondo del finissaggio si è modificato: i tempi di risposta si sono accorciati e le richieste verso articoli con finalità tecniche e maggiormente performanti sono aumentate, così come la necessità di ottenere un comfort maggiore. Il futuro è sicuramente sempre orientato in questa direzione che punta ad incrementare il fattore comodità e a diminuire i tempi di attraversamento, il tutto nel segno dell’ innovazione”. Innovazione che riconoscono nei prodotti di ultima generazione di Tollegno 1900.

“Il vostro progetto 4.0, che ha portato a sviluppare features super prestazionali per filati come Harmony 4.0 o New Royal 4.0 e tessuti come 3DWOOL, ha modificato in meglio anche la nostra operatività aiutandoci ad ottenere risultati d’eccellenza”. Un circolo virtuoso che ha ricadute positive anche per il consumatore che potrà contare su prodotti altamente performanti ma non dimentichi della componente estetica.

 

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