05/04/2022
Filati, T Talk
Giulia Bortoli, partner di due dei brand che hanno partecipato a The Woolmark Company 2021, spiega perché il filato iconico di Tollegno 1900 è tra i suoi best

Ha seguito due dei brand che hanno preso parte all’International Woolmark Prize del 2021 – premio per giovani creativi voluto da The Woolmark Company con tema Less is More per l’edizione dello scorso anno che ha decretato il designer inglese Matty Bovan a vincitore – e con tutto il suo staff è già proiettata al Prize del 2022, per partecipare al quale ci si potrà candidare sino al 31 luglio: Giulia Bortoli e le “giovani menti creative” che compongono “Studioe”, di cui è fondatrice, è pronta a raccogliere la sfida.

“In quanto partner ufficiali del Woolmark Prize – spiega Giulia – abbiamo ricevuto la richiesta di partecipare anche quest’anno, sostenendo Saul Nash, selezionato finalista 2022. La mia proposta è stata istintivamente quella di integrare Harmony di Tollegno 1900 all’interno della visione tecnica del brand. E’ un filato in cui credo molto sia per la sua qualità superiore che per la gigantesca cartella colori a stock”. Un amore di lunga data quello che lega Studioe al filato di Tollegno 1900. “E’ vero – prosegue Bortoli – Harmony è stato il primo filo che ho campionato quando è stato aperto lo studio nel 2016, da allora lo propongo ad ogni cliente essendo convinta che sappia interpretare appieno la mia filosofia e l’obiettivo che ci proponiamo. Studioe vuole infatti dare ai propri clienti del mondo della maglieria la possibilità di sperimentare, grazie all’utilizzo di filati e tessuti selezionati con cura e di tecnologie di ultima generazione. Il tutto seguendo un processo 100% sostenibile”.

Dal punto di vista strettamente operativo come si traduce questo impegno?

Concretamente, essendo specializzata principalmente nello sviluppo textile, lavoro ogni giorno a stretto contatto con tessitori e macchinari inventando nuovi intrecci di maglia mischiati a filati d’avanguardia.  Dall’incontro e dall’unione fra il metodo classico e l’innovazione si possono generare realizzazioni di estremo valore.

Se dovesse definire il suo modus operandi?

Nel corso degli anni ho avuto modo di conoscere tutte le scuole di pensiero della maglieria, la mia è fondata nell’incontro fra l’alta manifattura e sapienza artigiana con la tecnologia sperimentale.

Non stupisce che sia entrata a far parte del progetto Woolmark Prize…

In realtà devo ringraziare la cliente ed amica Marie-Ève Lecavalier del brand Le Cavalier che, dopo essere stata selezionata come finalista per il Woolmark Prize del 2021, mi ha voluto al suo fianco per seguire lo sviluppo e la ricerca della collezione. Successivamente sono stata contattata anche da Kenneth del brand Kenneth Ize. Specializzato in tessuto a navetta “Made in Lagos” per la prima volta e per l’occasione del Premio ha voluto integrare la collezione con dei capi in maglia.

Come ha lavorato a 4 mani con la designer di Le Cavalier?

Io e Marie lavoriamo insieme ormai da un paio di anni, ci capiamo al volo e soprattutto lei si fida di ogni nostra decisione. A facilitare la nostra consonanza di visioni ed idee è stata anche la linea che avremmo dovuto seguire, totalmente nelle nostre corde: una maglieria sostenibile incentrata su colori monocromo e mani pesanti.

Perché ha scelto Harmony come filato guida?

Perché l’abbiamo ritenuto l’interprete migliore che potessimo avere per questo progetto: siamo partiti dalle radici del nostro percorso, sviluppandolo in purezza con lavorazioni classiche ma efficaci, in termini di fit e colori.

Un grande in bocca al lupo per la prossima edizione, le premesse di realizzare lavori che lascino il segno ci sono tutte!

 

 

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