Vive a Parigi dove lavora come stilista facendo della sua visione sostenibile un baluardo e dell’impegno personale nel difendere cause in cui si sente riconosciuta un diktat. Specializzata in progettazione e maglieria, Giorgia Medici è legata a Tollegno 1900 da una comune “prima volta”.
“Ho conosciuto l’azienda durante i miei studi di design della moda e della maglieria al Politecnico di Milano. Ho avuto la fortuna di essere selezionata come partecipante per il concorso Feel The Yarn in occasione dell’edizione 2017 di Pitti Filati e Tollegno 1900, ai suoi esordi in questa iniziativa, è stato il partner del mio progetto espositivo fornendomi tutti i filati necessari alla sua realizzazione”.
Come è nata la partecipazione a “Feel the Yarn” ?
Era gennaio 2017 e a tutti gli studenti del mio corso era stata data la possibilità di presentare la propria collezione di maglieria ad una giuria: i due progetti più adatti all’occasione sarebbero stati realizzati per essere presentati al concorso Feel The Yarn durante il mese di Giugno a palazzo Pitti a Firenze. Il mio era tra quelli.
Un’esperienza importante quella vissuta, che cosa le ha insegnato?
Feel The Yarn è paragonabile ad un viaggio a 360 gradi, perchè coinvolge i partecipanti sia dal punto di vista della ricerca personale, sia relazionale dovendoci interfacciare con gli altri compagni. Un’esperienza che mi ha insegnato molto, perché oltre a farmi comprendere come realizzare concretamente un progetto di maglieria, mi ha aiutato anche a capire come promuoverlo e comunicarlo al pubblico nel modo corretto. Al tempo stesso mi ha consentito di osservare sotto diversi punti di vista il mondo del knit, approfondendo le sue infinite interpretazioni.
La partecipazione a Feel the Yarn è stata da stimolo alla sua carriera?
Assolutamente sì. Durante l’evento il numero di persone che si incontrano è elevato così come i contatti che si aprono. E’ stato proprio in quella occasione che ho conosciuto il mio primo datore di lavoro: il proprietario di un maglificio rinomato della zona di Verona. Dopo essersi interessato al mio progetto, mi ha proposto un periodo di stage nella sua azienda che ho iniziato subito dopo la laurea.
Tollegno 1900 è stata l’azienda che le è stata abbinata: ci conosceva?
Farà sorridere, ma collegavo Tollegno 1900 unicamente a Lana Gatto: entrando in contatto con l’azienda mi sono subito resa conto di quanto fosse riduttiva questa visione. Il nostro primo approccio è avvenuto a distanza ed è collimato con la ricezione della gamma del filato Harmony che mi avevate inviato: mi ricordo ancora quante ore ho passato a scegliere le esatte sfumature che avrei voluto includere nel mio progetto! Successivamente, sono venuta a Biella per una visita che mi ha subito trasmesso l’autenticità propria delle aziende italiane, dal punto di vista dell’accoglienza umana e del lavorativo artigianale.
Dopo Feel the Yarn e a seguito della sua prima esperienza nel maglificio veronese, è stato tutto un crescendo. Stella McCartney le dice nulla?
Mi dice moltissimo! Lavorare da Stella McCartney nell’ambito dello sviluppo prodotto maglieria e jersey mi ha resa più consapevole di cosa volesse dire progettare per l’industria. Mi ha molto colpita la capacità che questa azienda ha di riuscire ad affermarsi come marchio di lusso, mettendo al primo posto il rispetto ambientale ed animale. Un valore che condivido e che ha avuto un ruolo fondamentale nel farmi vivere questa esperienza.
In termini futuribili, quale è la sua ambizione?
Nel mio futuro non voglio che manchino mai due cose: creatività e sostenibilità . Sono ancora alla ricerca di questo equilibrio all’interno dell’industria della moda che, nonostante gli innegabili progressi fatti, credo pecchi ancora molto di disattenzione nei confronti del suo impatto a livello umano e ambientale. In termini di progettualità voglio essere aperta alle numerose strade che si apriranno davanti a me, senza focalizzarmi troppo su un percorso chiuso e lineare. La mia volontà è quella di agire con «sperimentazione», senza avere paura dell’errore e del cambiamento. Come la maglieria mi ha sempre insegnato, spesso è proprio da lì che nascono le cose più belle.
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